DIVORZIO ALLA PADOVANA

Nei pressi delle Porte Contarine si trova un museo molto sottovalutato, quello di Geologia e paleontologia. L'edificio che lo ospita è risalente ai primi del Cinquecento ed è luogo di scienza dal 1932. Gli amanti degli intrighi saranno felici di sapere, se già non lo sanno, che questo palazzo fu teatro di un fatto sanguinolento.
In queste sale, infatti, la notte fra il 22 e il 23 dicembre 1585 fu assassinata con un pugnale nel cuore la non ancora ventiquattrenne Vittoria Accoramboni, nobildonna e poetessa del patriziato romano dotata di una bellezza mozzafiato -se non altro per i gusti del tempo. Che si trattasse di un omicidio dettato dali 'invidia? Di uno spasimante rifiutato? Niente di tutto ciò: la faccenda è un po' più complicata, e al tempo stesso molto ovvia.

Vittoria si sposò a soli diciassette anni con un tale Francesco Peretti, nipote di papa Sisto v, ma perse poi follemente la testa per Paolo Giordano Orsini. Mica scema, questa Vittoria, visto che tale Paolo era il primo duca di Bracciano, uno degli uomini più potenti di Roma. Solo un piccolo dettaglio: allo stesso tempo era anche il marito della figlia di Cosimo I de' Medici, Isabella. Secondo la leggenda, i due amanti decisero di liberarsi dei loro rispettivi consorti per poter vivere il lorò amore alla luce del sole. Così, dopo aver strangolato la moglie Isabella, Paolo uccise in un agguato il marito di Vittoria. Finalmente liberi, i due si sposarono e scapparono a Barbarano, presso Salò, per fuggire alla tremenda vendetta di papa Sisto v. Di lì a poco, però, Paolo morì improvvisamente -forse avvelenato -lasciando sola la bella Vittoria, che si trovò a essere

l'unica erede di tutti i suoi beni. Ahia! Un campanello di allarme si accese subito nella testa di Vittoria, che sapeva bene di essere in serio pericolo. Infatti Paolo aveva avuto un figlio dalla moglie Isabella, Virginio, che adesso proprio a causa sua aveva perso l'intera eredità paterna. Il fratello di Paolo, Lodovico, si precipitò a Salò con i suoi uomini armati e circondò il Palazzo di Barbarano con l'intenzione di uccidere la bella cognata. La donna riuscì astutamente a fuggire a Padova con il fratello Flaminio e a rifugiarsi nel Palazzo Cavalli agli Eremitani, ma i sicari di Lodovico la raggiunsero e uccisero il fratello prima e lei dopo. L'assassino di Vittoria venne arrestato e strozzato con una corda di seta color vermiglio nel castello di Padova, pochi giorni dopo. La drammatica vicenda di Vittoria Accoramboni ispirò diverse opere letterarie, tra cui una novella di Stendhal in Cronache italiane. È proprio il caso di dirlo, quel matrimonio non s'aveva da fare.



   

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori